L’auto-sabotaggio nel trading: cos’è e come evitarlo

L’auto-sabotaggio nel trading: cos’è e come evitarlo

di 9 gennaio 2018 0 commenti

Il senso comune attribuisce gli investitori una certa razionalità. Le loro motivazioni e le loro azioni non coinvolgerebbero la sfera emotiva. La realtà è diversa: credere che il mercato sia sempre razionale vuol dire avere fede in una idea eccessivamente “positivista”, smentita dall’esperienza pratica e da un gran numero di studi scientifici.

Ne consegue che la psicologia è un elemento di grande impatto nell’attività del trading. Anzi, un vero e proprio convitato di pietra. Occorre entrare in sintonia con se stessi, con le proprie emozioni, elaborarle, limitarne gli effetti negativi. La peggiore conseguenza di un rapporto cattivo con la propria sfera emotiva consiste nell’auto-sabotaggio, fenomeno che riguarda la vita in generale e quindi anche il trading. E’ una dinamica che, a certe condizioni, si sviluppa in maniera naturale.

In questo articolo parleremo dell’auto-sabotaggio nel trading, fornendo una definizione chiara e qualche consiglio per evitarlo.

Cos’è l’auto-sabotaggio nel trading online

Si possono dare molte definizioni di auto-sabotaggio. Quella più semplice è: insieme di comportamenti, pratiche e abitudini che allontanano un individuo dai suoi obiettivi. Auto-sabotaggio vuol dire frapporre ostacoli e limiti sulla strada verso il raggiungimento dei propri traguardi. Questi ostacoli non coincidono con fattori esterni ma sono frutto della deliberata, per quanto a volte inconsapevole, azione dell’individuo.

Nel trading, tutto ciò si traduce nella messa a punto di azioni che bloccano l’attività di investimento, ne compromettono la capacità di generare profitti. Nella migliore delle ipotesi, l’auto-sabotaggio blocca la macchina, nella peggiore delle ipotesi la porta fuori strada.

Gli strumenti attraverso cui un trader sabota se stesso, e letteralmente mette i bastoni tra le sue ruote, sono vari e comprendono elementi di natura psicologica, tecnica, formativa e altro ancora. L’aspetto più negativo della questione consiste nel fatto che, sovente, il trader non è consapevole di questi strumenti e di stare per utilizzarli. Il primo passo, quindi, è capire le cause, le origini dell’autosabotaggio.

Individuare l’origine dell’autosabotaggio e sconfiggerlo

Analizziamo ora quattro elementi che producono, di fatto, una situazione di auto-sabotaggio nel trading. I primi due sono di natura psicologica, gli altri due sono di natura tecnica.

  • Autostima troppo basso o troppo alta. Una cattiva immagine di sé può compromettere la propria carriera nel trading, in un senso e nell’altro. Se il trader ha poca fiducia in se stesso, avrà la tendenza a bloccarsi quando le cose vanno male, ad adottare un atteggiamento eccessivamente prudente e a perdere occasioni. La paura di perdere domina i suoi pensieri. Se il trader viceversa ha troppa fiducia in se stesso, tende ad approcciarsi in maniera incosciente, a rischiare troppo e a quindi perdere capitale. Per risolvere i problemi di autostima, a prescindere dalla “quantità” (troppo bassa o troppo alta), occorre eseguire un serio lavoro su se stessi. Nel primo caso, un buon punto di partenza sarebbe capire che le perdite fanno parte del gioco. Nel secondo caso, potrebbe bastare qualche risultato negativo per ritornare con i piedi per terra, e una analisi a posteriori del proprio comportamento.
  • Eccessiva attenzione al passato. L’auto-sabotaggio può nascere da alcuni traumi. Una forte perdita di denaro, causata da un trade precedente, può favorire un approccio eccessivamente prudente, caratterizzato dalla paura di sbagliare. Gli effetti sono gli stessi della bassa autostima, solo l’origine è diversa. Anche in questo caso, è bene convincersi di una piccola grande verità: la sconfitta è un elemento naturale dell’attività di trading, e bisogna accettarla.
  • Deficit di competenze. Qui ci si allontana dal campo della psicologia e si giunge su un sentiero meno impalpabile e, per questo, facile da percorrere. Spesso, un trader si auto-sabota semplicemente perché non è bravo a sufficienza, non è in possesso delle necessarie competenze. Iniziare una attività di trading senza avere le carte in regola per farlo vuol dire fare male a se stessi. Il consiglio, nel caso il problema fosse tutto qui, è di fermarsi e riprendere il percorso di formazione dove lo si era lasciato.
  • Deficit di risorse. Anche in questo caso, la psicologia c’entra poco. C’entrano però i soldi e gli strumenti. Fare trading con un capitale troppo basso, vuol dire non farlo affatto, oppure cedere alla tentazione di leve eccessivamente elevate nel tentativo di adeguare i profitti a standard accettabili. Sia nell’una che nell’altra fattispecie, la conseguenza è solo una: l’autosabotaggio, farsi del male. Il consiglio, quindi, è di generare un capitale sufficiente per fare trading, che dovrebbe superare i 3.000 euro. Se invece il problema risiede nei mezzi, ossia si sta facendo trader con indicatori poco efficaci, con broker non all’altezza o su piattaforme per nulla efficienti, la soluzione è una sola: cambiare. Internet è pieno di feedback sui broker, sulle piattaforme e persino sugli indicatori, quindi non dovrebbe essere troppo difficile comporre una cassetta degli attrezzi finalmente efficace.

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