Migliori indicatori forex trading

Migliori indicatori forex trading

di 2 gennaio 2017 0 commenti

L’analisi tecnica e gli indicatori forex sono strumenti necessari per comprendere il presente e, in una certa misura, capire il possibile futuro nei mercati finanziari per fare trading online. Non vi è nulla di particolarmente misterioso: si tratta essenzialmente di analizzare i movimenti attuali e di individuare quelli futuri attraverso modelli e calcoli probabilistici. La materia prima dell’analisi tecnica è rappresentata dagli indicatori forex trading.

Indicatori forex: una questione di precisione

Gli indicatori forex sono strumenti in grado di misurare specifici elementi e restituire dei valori in grado, a loro volta, di fornire segnali di entrata: di acquisto o di vendita. Sono frutto di calcoli molto accurati i quali, per fortuna, non devono essere prodotti dai trader. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, gli indicatori trading vengono offerti “pronti per l’uso” dai broker mediante le piattaforme. In questo modo, il trader non deve fare altro che settare le impostazioni e interpretare i valori.

indicatori forex

La lettura, o per meglio dire l’interpretazione, di alcuni valori può rivelarsi complicata. E’ per questo motivo che il trader è chiamato a studiare, a maturare specifiche competenze nell’uso degli indicatori forex. L’offerta è molto ampia e in grado, almeno in un primo momento, di disorientare il trader. Forexinfo, testata giornalistica sul Forex tra le più frequentate del web, ha stilato una classifica dei migliori indicatori trading.

Migliori indicatori Forex

Al primo posto spiccano le medie mobili. Questo indicatore è il più utilizzato in assoluto in quanto coniuga la semplicità e l’affidabilità. La difficoltà è tuttavia scalabile, il ché lo rende un indicatore adatto sia ai principianti che agli esperti. Nei suoi utilizzi più avanzati, si analizza l’interazione tra due o tre medie mobili, ognuna delle quali si caratterizza per un “passo” diverso. Esistono infatti medie mobili semplici o esponenziali, lente o veloci (in base al numero di periodi). Senza contare il fatto che le medi mobili possono essere lette, e quindi utilizzate, come se fossero dei supporti e delle resistenze dinamici.

Al secondo posto troviamo l’RSI, acronimo di Relative Strenght Index. Di questo indicatore si apprezza l’affidabilità, che sfocia ampiamente nella “scientificità”. L’RSI, infatti, si appoggia a raffinati modelli statistici. Il calcolo dell’RSI si basa sull’interazione tra sedute positive e sedute negative, le quali vengono associate a un valore che può andare da 0 e 100, dove il primo indica la condizione di massimo ipervenduto e la seconda indica la condizione di massimo ipercomprato. L’RSI fornisce segnali quando restituisce un valore compreso tra 0 e 20 o un valore compreso tra 80 e 100. Nella prima fattispecie il segnale è di vendita, nella seconda è di acquisto.

Terzo classificato, infine, è l’ADX, acronimo di Average Directional Index. Misura, nello specifico, la forza e la direzione di un trend. E’ diviso in tre parti. L’ADX in senso stretto indica la sola forza di un trend (il picco è rappresentato dai valori tra 25 e 30). Il +DM e il –DM, invece, vengono utilizzati alla stregua delle mobili, ma solo nella loro variante di resistenza e supporto dinamici.

Una menzione speciale va anche a due indicatori molto usati, sebbene patrimonio principalmente dei trader esperti: Bande di Bollinger e MACD (Moving Average Convergenze Divergence).

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