Se le criptovalute si istituzionalizzano… Cosa succede?
di Lorenzo 12 febbraio 2018 0 commentiIl mondo delle criptovalute è in costante evoluzione. Ciò è dovuto al fatto che la tecnologia che sta alla loro base, ossia la blockchain, è ancora parzialmente immatura e quindi oggetto di ricerca e sviluppo. E’ dovuto anche al fatto che la crescita del fenomeno pone in essere pressioni e richieste proveniente dall’esterno. In estrema sintesi, gli investitori aumento e quindi nuove istanze vengono introdotte nel mondo delle criptovalute.
Se parliamo di cambiamento in seno alle criptovalute, il pensiero corre a un termine: istituzionalizzazione. La verità è questa: le criptovalute si stanno istituzionalizzando. Il riferimento è sicuramente al Bitcoin, che tra le altre cose ha già fatto il suo esordio nel mercato regolamento, e a ruota tutte le altre.
Prima di parlare delle conseguenza del processo di istituzionalizzazione è necessario comprendere cosa realmente si celi dietro a questo termine e fare una riflessione sulla velocità con cui un tale processo si sta concretizzando. Infatti, se da una parte il cambiamento è evidente ed è sotto gli occhi di tutti, dall’altro lato si segnalano forze che, magari in maniera non intenzionale, stanno spingendo verso la direzione opposta.
L’istituzionalizzazione delle criptovalute
Per processo di istituzionalizzazione possiamo intendere tre fenomeni distinti e separati, i quali però convergono verso lo stesso punto: l’impiego delle valute virtuali in contesti normati, se non addirittura legati all’economia reale.
- Partnership con importanti soggetti privati. Attualmente, più che alle criptovalute, le organizzazioni di una certa rilevanza (sia private che pubbliche), sono interessate alla tecnologia che sta alla loro base: la blockchain. Se da un lato chi può (es. i governi) stanno pensando a creare valute virtuali autoctone (vedi Cina e Venezuela), dall’alto lato si opta per l’utilizzo dell’esistente. In estrema sintesi, le criptovalute sono sempre più spesso oggetto di partnerhip con realtà molto importanti. L’ultimo episodio in ordine di tempo vede come protagonista Ripple, che ha instaurato una collaborazione con MoneyGram. La società di money transfer utilizzerà l’ambiente di Ripple per abbattere i costi di trasferimento del denaro.
- Cooptazione nei mercati regolamentati. Per adesso, questo processo riguarda solo il Bitcoin. Non c’è da stupirci: è la criptovaluta più importante, quindi sarà lui a staccare per primo tutti i traguardi. Il Bitcoin è già presente nei mercati regolamentati. Per la precisione, sotto forma di futures nei mercati di Chicago, CME e CBOE. A fine gennaio 2018 è in odore un esordio anche sul Nasdaq e si vocifera di ETF sul Bitcoin. La cooptazione nei mercato regolamentati può essere considerato a tutti gli effetti un prodotto (o, perché no, una causa) dell’instituzionalizzazione in quanto la criptovaluta si sveste della patina di anarchismo ed entra a fare parte di un contesto ben normato.
- Investimenti dei grandi investitori internazionali. Anche l’entrata in gioco dei grandi investitori ha a che vedere con il processo di istituzionalizzazione. Se un grande fondo internazionale o una multinazionale inizia a investire del denaro sulle criptovalute, la percezione sulle criptovalute cambia, e il fenomeno si sposta, prima idealmente e poi fattivamente, da contesti imprevedibili a un territorio più sicuro, ben regolamentato.
Le conseguenze dell’istituzionalizzazione delle criptovalute
Dunque, partnership, mercati regolamentati, investimenti ad alto livello. Sono questi i tre fenomeni che guidano il processo di istituzionalizzazione. A che punto è? Il cambiamento incalza, è vero, ma contemporaneamente c’è chi tende a negargli lo status di interlocutore, ossia di strumento di investimento non atipico, bensì affidabile. Le dichiarazioni delle banche centrali, per esempio, sono segnale di un approccio teso a delegittimare le valute virtuali, almeno in relazione al loro ruolo di mezzo di pagamento. Altri, addirittura parlano di bolla destinata a scoppiare e consigliano di tenersi moderatamente alla larga. Il riferimento è, tra gli altri, a Jean Pierre Landau, e governatore della Banca di Francia, che ha definito il Bitcoin come il “tulipano del XXI secolo” (una citazione alla prima bolla finanziaria della storia).
Alla luce di queste contraddizioni, e alla compresenza di forze opposte, si può dedurre che il processo di istituzionalizzazione delle criptovalute sarà lungo e frastagliato.
Ad ogni modo, cosa accadrà con il proseguire dell’istituzionalizzazione? Le conseguenze secondo gli analisti potrebbero essere due: da un lato, la stabilizzazione delle valute virtuali; dall’alto, un calo delle quotazioni. E’ proprio così: il progresso del mondo crypto passa per una sua svalutazione.
Per quanto riguarda la stabilizzazione, e quindi la riduzione della volatilità, essa sarà un prodotto dell’intervento degli investitori istituzionali, che sono gli unici in grado di portare una ingente liquidità nel mercato. Mettendo sul piatto della bilancia volumi di investimento notevoli, saranno certamente capaci di influenzare il prezzo nella direzione che più si confà a uno strumento di investimento regolamentato: riducendone la volatilità.
Per quanto riguarda il calo del prezzo, ciò potrebbe essere determinato da due fattori. In primo luogo, la perdita dello zoccolo duro. Il rischio c’è: i sostenitori della prima ora, quelli che hanno supportato la criptovaluta per il suo carattere innovativo, per il significato antagonista che era in grado di esprimere, e in definitiva per la sua assoluta alienità rispetto ai circuiti mainstream, potrebbero rimanere molto delusi da questi cambiamenti. E se lo zoccolo duro si disperde, va via un bel pezzo di domanda, con le conseguenze sul prezzo che sono facilmente immaginabili.
Secondariamente, il calo del prezzo potrebbe essere causato dalla crescita della regolamentazione. La differenza tra OTC (Over The Counter) e mercati regolamentati è esattamente questa: la quantità delle norme, che in linea teorica dovrebbero proteggere gli investitori. Nella pratica, però, potrebbero anche allontanare alcune tipologie di investitori crypto: gli speculatori della domenica, i trader non professionali, gli appassionati di tecnologia etc.
Questi processi sono ancora di là da venire. Le prime avvisaglie però hanno investito il mondo crypto. Non è un caso che il Bitcoin, e le altre valute virtuali con lui, abbiano interrotto la formidabile ascesa in concomitanza con l’emissione dei primi futures.
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